martedì 30 agosto 2011

That Shadowy Place We Call Our Soul

Richard Nixon: That's our tragedy, you and I Mr. Frost. No matter how high we get, they still look down at us.
David Frost: I really don't know what you're talking about. 
Richard Nixon: Yes you do. Now come on. No matter how many awards or column inches are written about you, or how high the elected office is, it's still not enough. We still feel like the little man. The loser. They told us we were a hundred times, the smart asses in college, the high ups. The well-born. The people who's respect we really wanted. Really craved. And isn't that why we work so hard now, why we fight for every inch? Scrambling our way up in undignified fashion. If we're honest for a minute, if we reflect privately, just for a moment, if we allow ourselves a glimpse into that shadowy place we call our soul, isn't that why we're here? Now? The two of us. Looking for a way back into the sun. Into the limelight. Back onto the winner's podium. Because we can feel it slipping away. We were headed, both of us, for the dirt. The place the snobs always told us that we'd end up. Face in the dust, humiliated all the more for having tried. So pitifully hard. Well, to *hell with that*! We're not going to let that happen, either of us. We're going to show those bums, we're going to make 'em choke on our continued success. Our continued headlines! Our continued awards! And power! And glory! We are gonna make those mother fuckers *choke*!  I shall be your fiercest adversary. I shall come at you with everything I got, because the limelight can only shine on one of us. And for the other, it'll be the wilderness, with nothing and no one for company but those voices ringing in our head. 






lunedì 29 agosto 2011

Atlantis

" Sometimes when you're young, you have moments of such happiness, you think you're living in someplace magical, like Atlantis must have been? then we grow up and our hearts break into two. [...]
 I never heard from Ted Brautigan again. Not that I didn't think of him. I always have. I always will. Because that summer was the last of my childhood. And though I never again saw what people were thinking, there was an enduring gift that he left me. What Ted did was open my eyes, and let the future in. I wouldn't have missed a minute of it. Not for all the world. "


 



  


mercoledì 24 agosto 2011

Jane Eyre


" I've a strange feeling with regard to you, as if I had a string somewhere under my left ribs, tightly knotted to a similar string in you. And if you were to leave, I'm afraid that cord of communion would snap. And I've a notion that I'd take to bleeding inwardly. " ( Edward Rochester )

Quando una storia è di quelle che non smetteresti mai di ascoltare e che non finiscono mai di sorprenderti nonostante tu ne conosca già ogni dettaglio, ogni nuova versione del racconto è irresistibile: Jane Eyre, romanzo nato dalla penna di Charlotte Brontë nel lontano 1847 rientra senza dubbio nell'Olimpo degli immortali, pronto a tornare sul grande schermo dopo oltre 20 trasposizioni fra cinema e televisione e persino un musical a tema; il giovane Cary Fukunaga, al suo secondo lungometraggio dopo l'acclamato "Sin Nombre" , nonostante la pesante eredità di nomi del calibro di Orson Welles e Franco Zeffirelli riesce a non farsi schiacciare dalle aspettative confezionando un prodotto di grande suggestione ed eleganza.

sabato 20 agosto 2011

heartbeats

" io non ho studiato in un conservatorio, e mi mancano le amicizie eterne che nascono in questi posti. La vita di un musicista è fatta soprattutto di solitudine. Fuori di qui il ritmo è così frenetico che non è facile riuscire ad accordarcisi. Forse non ci crederete ma mi piacerebbe tantissimo restare qui con voi... Però a volte quando suoniamo proviamo la sensazione di essere un tutt'uno con la musica: succede quando il ritmo coincide con il battito del nostro cuore... come quando incontri una persona di cui, per ragioni misteriose, non puoi più fare a meno. Non si può che seguire una persona che si accorda col tuo cuore. "
  ( Sophie )







mercoledì 17 agosto 2011

Winter's bone




"I'd be lost without the weight of you two on my back. I ain't going anywhere" (Ree)


C'era una volta l'America, la terra delle opportunità dove il talento era premiato e i sogni impossibili diventavano realtà, quella che a Capodanno si scatenava a Times Square e imponeva il divieto di fumare al Central Park, quella dell'alto albero di Natale al Rockefeller Center e degli imponenti grattacieli delle cities, quella del Super Bowl e delle cheerleaders nelle scuole, quella che si acceca delle luci di Las Vegas e si abbronza al sole di Miami: sembra impossibile che dietro al volto tanto familiare al pubblico straniero a suon di romantiche commedie e telefilm per famiglie viva dimenticata un'ombra scomoda e sgradevole, troppo orgogliosa e riservata per abbassare la testa e ammettere di essere stata sconfitta.

Sullo sfondo di un panorama desolato dalle sfumature quasi post apocalittiche (perfettamente sostenute dalla monocromatica e glaciale fotografia di Michael McDonough) fatto di baracche arrugginite e vecchi magazzini, foreste malinconiche dove per vincere la fame gli scoiattoli vengono cacciati e scuoiati a mani nude e una strada che in quanto a desolazione ha ben poco da invidiare a quella di Cormac McCarthy, un vento freddo che paralizza gli affetti e cancella l'umanità soffia sul “gelido inverno” di Debra Granik per raccontare la vita della giovane Ree, diciassettenne col sogno di entrare nell'esercito alla ricerca di un posto nel mondo come ogni altra sua coetanea. Un ideale punto di partenza per un commovente romanzo di formazione a lieto fine, se non fosse che Ree, figlia di uno spacciatore di droga che ha ipotecato la sua stessa casa per pagarsi la cauzione, sente già dentro di sé che probabilmente lo squallore dell'altopiano di Ozark nel Missouri, con i suoi fantasmi e il suo codice d'onore e omertà non scritto ma inviolabile, non le restituiranno mai la libertà.
Dura e determinata, ma allo stesso tempo materna con i fratellini e con la madre malata, mentre le sue compagne di classe sono impegnate a organizzare il ballo di fine anno, Ree non esita a prendersi responsabilità troppo grandi per la sua età e ad andare personalmente alla ricerca del padre, nonostante numerosi avvertimenti e velate minacce da parte dei suoi stessi parenti (perfetta l'interpretazione di John Hawkes nei panni dello zio violento e protettivo) e vicini, scontrandosi contro il muro di cemento di una comunità che le farà assaggiare polvere e sangue per un tradimento non può e non deve rimanere impunito. Già emersa in The Burning Plain, Jennifer Lawrence ci regala una performance matura e impeccabile, nel ritratto di una giovane dalla volontà di ferro disposta a tutto pur di salvare quel che resta della sua famiglia, una roccia apparentemente impossibile da scalfire, ma che proprio nel momento più topico e sconvolgente, quando quello che sembrava un thriller crudele e spietato si trasforma in un dramma dalle feroci inclinazioni horror, cede il passo a una semplice adolescente sconvolta e disperata che ha solo bisogno dell'amore e del sostegno dei suoi cari e che non avrebbe mai voluto essere lì.
Tratto dal romanzo di Daniel Woodrell e candidato a 4 premi Oscar, Winter's Bone scava nel cuore più triste e disilluso degli States, dove l'incantesimo è andato in pezzi e il sogno americano ha smarrito sé stesso, per tornare alle ossa di una Nazione che si professa invincibile e che invece, immensa e imprevedibile, seppellisce il suo dolore fra le montagne.

martedì 16 agosto 2011

Green Lantern Deutschland Premiere!

Per fortuna o per destino, il primo giorno di vacanza in terra berlinese ci siamo trovati nel mezzo della Premiere tedesca di Green Lantern: il trailer non mi aveva granché convinto( troppo...VERDE?) ma grazie all'emozione per questo evento inatteso con tanto di green carpet e con Ryan Reynolds e Peter Sarsgaard che dal vivo sono sempre un gran bel vedere, il film si è guadagnato un posto speciale nella mia hit parade personale. A dispetto della critica che lo ha praticamente distrutto, prometto di vederlo e di dargli la sua occasione. Promessa solenne eh.